IL RICUPERO DELLA PALA D’ALTARE
DELLA CHIESA DEI CAPPUCCINI DI ALESSANO
MOBILITA TUTTI:
SCOLARESCHE E CORI

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE – ALESSANO E CONCERTO PER IL RESTAURO
In continuità con la bellissima iniziativa degli alunni della scuola secondaria di 1° grado di Alessano che, nel periodo di Natale, hanno raccolto ben € 800,00 da donare a fra Francesco Monticchio per il restauro dell’Altare Ligneo della Chiesa dei Cappuccini di Alessano,

l’Istituto Comprensivo continua a collaborare alla raccolta fondi per il recupero di un gioiello di spiritualità, di arte e cultura del nostro territorio, sponsorizzando il concerto del gruppo vocale femminile Studio D

Il Dirigente Scolastico
Prof.ssa Salvatora Accogli

IL CONCERTO
 

NELLA CHIESA DEI FRATI CAPPUCCINI
DI ALESSANO
22 GENNAIO 2017

GRUPPO VOCALE FEMMINILE
STUDIO D

direttore Lara Inguscio

Che meraviglia!

M come meraviglia, come meraviglioso. Perché meravigliosa è la vita, sicché ogni attività umana degna di questo nome inizia con la capacità di stupirsi. Sì, di stupirsi, perché ci sentiamo parte di un tutto cui apparteniamo, di una storia che ci accompagna, della stessa umanità che ci sostiene e che noi rafforziamo.

E questo concerto è proprio dedicato alla meraviglia e allo stupore, che sono alla base di tutto, della filosofia come della religione e che si palesano di fronte alla bellezza intangibile della creazione, delle persone e del divino.

“Oggi c'è crisi di estasi”. -sono parole di don Tonino Bello. “È in calo il fattore sorpresa. Non ci si esalta per nulla. C'è in giro un insopportabile ristagno di déja vu: di cose già viste, di esperienze già fatte, di sensazioni sottoposte a ripetuti collaudi.

Siamo appiattiti dagli standard, omologati, prigionieri della ripetizione modulare. Sarà colpa della cibernetica o di chi sa quale altro accidente, ma è certo che la fantasia agonizza. Sopravvive, per fortuna, solo nei bambini.”

E come dei bambini vi invitiamo stasera a stupirvi dei messaggi dei nostri canti, che la musica rende più diretti, frecce scoccate ai cuori, meravigliatevi della sera, dell’arcobaleno, del sonno e del sogno, della natura e dell’amore, dei miracoli e della pace, del dolore e dell’orrore:

meravigliatevi di tutto giacché pure Dio, come narra il primo capitolo della Genesi, contemplando i cieli, la terra creati e gli altri esseri appena affiorati all’esistenza, ne ammirava l’innegabile, meravigliosa bontà: “E Dio vide che era cosa buona. E bella!

Primo stupore: la sera, il sonno, il sogno

Tre canti : “L’ora della sera” di Marco Maiero, l’ imbrunire di ogni cosa, il fumo dei camini, le voci nelle case, la preghiera del ringraziamento: e poi tutto è pronto per il sonno, una ninnananna, sempre di Maiero, la meraviglia del non esserci, del ritornare a pulsare nel nido del nulla, del ritornare scintilla eterna. Col sonno arriva il sogno, nel racconto del fioretto di San Francesco e del miracolo degli uccelli, il bellissimo “Col canto” di Lorenzo Donati.

Secondo stupore: l’amore, l’arcobaleno, la terra natia

Stupitevi di “Petalo di rosa” di Bepi de Marzi, l’amore nuziale, il progetto, la tenerezza, l’ascolto dell’altro, e poi dell’arcobaleno bianco, il racconto dell’alba, in un canto ebraico, “Bo yavo haboker” di Josef Hadar davanti all’arcobaleno non si può non provare che un sentimento di appagamento, di riconciliazione e di pace, similmente a ciò che provava Noè uscito dall’arca, all’alba di un nuovo giorno dell’umanità. Al tamburo muto Marcello de Carli.

E tra queste meraviglie, vi sveleremo anche la nostra, perché per la prima volta canteremo il mare, il nostro mare. Un omaggio al coro Studio D del nostro autore preferito: il Maestro Marco Maiero, che racconta Leuca con le nostre voci, dopo essere stato nostro ospite l’estate scorsa.

Leuca, sentiero per cavalieri e migranti, anello di congiunzione tra Oriente e Occidente, terra battuta da venti, racconti e ritmi incalzanti, Leuca “la bianca”, travolta dall’onda di scirocco, o lambita dalla bonaccia, la nostra bellissima terra.

Terzo stupore: il dolore, la guerra, la pace

“Ponete mente” è un canto di Lorenzo Donati, che ha come cellula musicale una laude processionale medievale del laudario di Cortona: il dolore di Maria madre di Gesù davanti alla croce, un dolore struggente e attonito: come può non sorprendere il pianto di chi, di solito, consola i propri figli?

E quante madri piangono i loro figli anche oggi, anche adesso, martiri delle numerose guerre in atto sul pianeta: in Siria, Ucraina, Iraq, Libia, Tunisia, Repubblica Centrafricana, Mali, Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Uganda, Kenia, Israele-Gaza, Afganistan, India, Pakistan Myanmar, Filippine, Cina, Yemen, Thailandia, Cecenia, Messico, Colombia, Venezuela…

Spirali di violenza che si auto-alimentano e distruggono tutto: prima le cose, poi i sentimenti, poi le persone e, infine, qualsiasi idea di umanità… ognuna di queste guerre è anche nostra, ognuno di questi figli è anche nostro, e pure la terra umiliata è stata ferita anche da noi, eppure siamo figli dello stesso mondo. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo. Lo cantiamo con Atqui di Marco Maiero.

E’ necessario dunque adoperarsi per la pace che è “sogno a occhi aperti”: nel senso che è sforzo costante e vigilanza continua a non vedere nemici intorno a sé; la meraviglia per la cattiveria ingiustificata va tramutata in testimonianza sapendo pagare di persona per ciò che è più grande dei nostri sentimenti e delle nostre reazioni più o meno istintive.

E ancora citiamo don Tonino Bello, “La pace non paga, la pace si paga!”. Quel prezzo diventa talvolta il prezzo estremo e la meraviglia diventa martirio: che i nostri occhi possano guardare finalmente un mondo in pace con un canone ebraico: Shalom

Quarto stupore: il racconto del Natale

E non c’è nulla di più stupefacente della nascita di Gesù: lo raccontiamo in quattro canti di Natale. Dall’incontro di Maria e Giuseppe con un oste distratto alla stella, che segna il cammino verso la grotta, a Maria che si ritrova ad essere mamma, con tutte le ansie e timori che questo comporta.

Raccontiamo poi la meraviglia dei pastori che videro il Salvatore, con un canto del 1500 e infine la gioia di vivere e rivivere da più di 2000 anni la rivelazione del mistero più bello: il verbo fatto carne per la salvezza dell’umanità.

Volendo guardare più da vicino tale stupore, si può dire che esso è come un grembo accogliente in cui la vita non solo nasce, ma si accetta con gratitudine e ammirazione, per questo bussiamo con le nostre mani finite e doloranti alle porte dell’Infinito che ci chiama.

Buona Pace a tutti.

PS. Alla fine del concerto è stata raccolta la somma di 505,00 euro per il restauro dell’altare!

Si accettano donazioni presso  il conto corrente bancario intestato a :
CONVENTO FRATI MINORI CAPPUCCINI DI ALESSANO
Iban  IT02 F030 3279 4100 1000 0002 469

GRAZIE.  fra fra